Private equity, fusioni e rinuncia all’appraisal right. Note su un caso statunitense con cenni all’esperienza italiana

È ormai da qualche tempo che si dibatte sulla capacità dell’ordinamento societario italiano di incentivare l’investimento in start-up.

Vari contributi di giuristi italiani hanno denunciato i limiti delle norme oggi vigenti (i più recenti dei quali si possono trovare nel bel volume curato da Gian Domenico Mosco e Casimiro Antonio Nigro: https://lnkd.in/dStwtYhB). E anche alcuni imprenditori hanno segnalato l’esistenza di problemi analoghi (come, ad esempio, Alberto Dalmasso qui: https://lnkd.in/d44EHGcy). Tutto ciò può incidere sulla capacità del nostro sistema giuridico di attrarre capitali funzionali alla crescita dell’ecosistema start-up.

In un recente contributo pubblicato su Rivista di Diritto Societario, Demetrio Maltese, insieme a Casimiro Antonio Nigro, di far luce sugli ostacoli (apparentemente) insormontabili che si frappongono tra gli investitori e la disattivazione del diritto di recesso per l’ipotesi di una trade sale effettuata in forma di fusione.

Lo trovate QUI.